martedì 26 novembre 2013

DECALOGO PER RILANCIARE IL CENTRO-LA SFIDA DELL'AMMINISTRAZIONE

DECALOGO PER RILANCIARE SERIAMENTE IL CENTRO STORICO: OSA FARE PER L'AGONIZZANTE COMMERCIO DI LIMBIATE: 1)riqualificazione spazi pubblici, pavimentazione strade e chiusura nel weekend, sistemazione piazze (o meglio "spiazzi") esistenti; 2)creazione di un marchio unitario (Centro Commerciale Limbiate Centro) e calendario di eventi condivisi (aperture negozi accompagnate da eventi cittadini); 3)favorire attività giovanili (sia chiaro: non favorirle ora che che il centro fa schifo, ma dopo le prime due condizioni); 4)giornate a tema con eventuali sconti (es.:Mercoledì Rosa; Giornata Tricolore...); 5)fidelizzazione dei clienti/cittadini con tessere e sconti; 6)Perchè un limbiatese dovrebbe venire in centro? Questa è la domanda da porsi per partire; 7)Rendere Limbiate Centro un Polo Attrattivo, una opzione per chi vuole passeggiare, incontrarsi e spendere; 8)COMPETERE CON I POLI COMMERCIALI EXTRA(MA NEMMENO TANTO EXTRA)URBANI; 9)Ristorazione di livello (alcuni ristoranti oltre ad essere impresentabili hanno una bassissima qualità); 10)Temporary store e prezzi calmierati per locali sfitti (ma offerta intelligente e non negozi/parcheggio per gente che desidera solo assistenza statale). VI PIACE IL PROGETTO? Mi rivolgo all'attuale amministrazione, ormai ai minimi storici in fatto di consenso: datevi come obiettivo il rilancio del cuore della città. E' vero, Limbiate può considerarsi una città con una non grandissima tradizione commerciale, e allora l'obiettivo è ancora più ambizioso: DIAMO FINALMENTE UN CUORE ALLA CITTA', FACCIAMO DI LIMBIATE UNA CITTA' E NON PIù UN PAESONE SENZA CAPO NE CODA.

mercoledì 16 ottobre 2013

La lotta alla crisi parte dal rilancio del centro storico, la Lezione di Reggio Emilia

Il rilancio del centro storico come strategia per un più profondo riscatto del Comune e della comunità, che rafforzi l'ormai perso orgoglio e attaccamento cittadino. Su una cosa destra e sinistra negli anni sono sempre stati d'accordi: dimenticare il centro storico ed il tessuto sociale, urbanistico, culturale. Ho già scritto più volte quanto per me sia importante avere un centro storico degno di questo nome e coerente con una città di quasi 40mila abitanti. Ho ripetuto più volte, anche al nostro dimissionario assessore, quanto fosse importante per me che il Centro Storico di Limbiate venga considerato come vera alternativa ai sempre piu numerosi centri commerciali che hanno svuotato strade e piazze. Per non ripetermi vi illustro l'articolata ricetta del Comune di Reggio Emilia, che nel 2012 ha dovuto fare i conti col declino del centro storico. Un unico marchio e un’agenda di eventi condivisi Presentato il progetto che coinvolge Comune e associazioni «Per uscire dalla crisi del commercio il centro storico è il punto chiave da cui partire». Così il sindaco Graziano Delrio ieri mattina alla presentazione del “Progetto sperimentale di valorizzazione e gestione condivisa del centro storico di Reggio Emilia”. Un progetto che può essere attuato grazie a un finanziamento specifico della Regione di 120mila euro ai quali si aggiungono 80mila euro resi disponibili dal Comune e 40mila dalla Camera di commercio. Un progetto proposto da Comune con Camera di commercio, Confesercenti, Confcommercio e Cna, seguendo il modello sempre più consolidato di rete e di governance delle risorse, delle proposte e degli operatori privati del settore. Un progetto che vede tra le sue azioni prioritarie la costituzione di un calendario unico di eventi; la creazione di un marchio unitario; il recupero di locali sfitti a favorire attività di impresa commerciali e artigianali giovanili; la realizzazione di indagini di mercato; la rilevazione dei flussi pedonali. «Dopo la riqualificazione degli spazi pubblici con la sistemazione delle piazze - ha proseguito il sindaco - abbiamo creato dei magneti commerciali per implementare l’attrattività del centro, dal restyling dell’Isolato San Rocco all’apertura del Coin nel’ex mercato coperto alla galleria che cambierà il volto di palazzi Busetti. E ora si tratta di aggiungere un nuovo pezzo. Nella convinzione che si può uscire dalla crisi solo attraverso un lavoro congiunto e intelligente. Perché se la diagnosi è sbagliata le terapie non potranno funzionare». Il “nuovo pezzo” di cui parla Delrio non è un pezzo qualunque del puzzle. A fare la differenza è il lavoro congiunto che non rappresenta un aspetto puramente tecnico. «Il tavolo unico di coordinamento - è entrata nel merito l’assessore alla Cura della comunità Natalia Maramotti - che oggi andiamo a formalizzare, in realtà ha già iniziato a lavorare dando vita a importanti iniziative, a partire dai mercoledì rosa e tricolore e dagli appuntamenti natalizi che abbiamo presentato alcuni giorni fa, ma ora si tratta di fare un salto di qualità. Che significa occuparsi non solo dell’animazione del centro storico ma anche della fidelizzazione dei cittadini». Perché un reggiano dovrebbe venire in centro? Questa la domanda da cui partire per poi arrivare a una “infrastrutturazione” del centro storico capace di renderlo un polo attrattivo. Parte quindi la sfida per il commercio urbano in centro storico da realizzare puntando su una strategia comune per competere con i poli d’offerta extraurbani, grazie a una regìa unitaria: concetto sottolineato da Ermes Anigoni (Camera di commercio) così come da Alessandro Grande (Confcommercio), Monica Maioli (Confesercenti) e Mauro Panizza (Cna). Sei gli obiettivi strategici illustrati nel dettaglio da Elena Edgarda Davoli, dirigente comunale per le Politiche di sviluppo economico. Primo, creare il Tuc (tavolo unico del commercio) che dovrà da un lato definire un piano d’intervento condiviso per la valorizzazione commerciale del centro e dall’altro creare politiche di promozione del centro storico. Sarà quindi necessario migliorare l’attrattività degli eventi ottimizzando le sinergie e creando un calendario unico di proposte con l’obiettivo di aumentare la visibilità delle iniziative realizzate favorendo nello stesso tempo la frequentazione del centro storico. Dovrà anche essere ideato un marchio unitario per evitare la parcellizzazione della azioni promozionali. Migliorare l’accoglienza e l’attrattività dell’offerta commerciale rappresenta una tappa del progetto alla quale si conta di arrivare recuperando per esempio i locali sfitti per attivare temporary store o locazioni a prezzi calmierati: favorire l’avvio di imprese commerciali giovanili; migliorare la qualità dell’accoglienza dei pubblici esercizi, e qui si parla soprattutto di ristorazione, verso il target di famiglie con bambini. Tornando alla diagnosi che deve essere giusta per fornire terapie adeguate, si tratterà anche di sensibilizzare gli operatori economici con seminari formativi nella convinzione che la conoscenza sia indispensabile per una moderna imprenditoria. Ultima tappa, realizzare un sistema di monitoraggio puntuale che significa effettuare indagini di mercato piuttosto che rilevazioni sui frequentatori del centro. Progetto sperimentale, si diceva. E poi? Poi si tratterà, acquisite le capacità di lavorare in rete e fatta propria una strategia comune, di continuare a camminare, con la stessa logica, sulle proprie gambe.

lunedì 30 settembre 2013

Quando la Politica ingessa la Speranza

Non si può certo parlare di fulmine a ciel sereno quanto accaduto a Limbiate in settimana. L'assessore che ricopre il ruolo più delicato, cruciale per il futuro del territorio comunale, che ha la responsabilità di decidere spazi e opportunità per noi e per i nostri figli, molla tutto e sbatte la porta. Inutile fare la cronaca di quanto accaduto, i social network e la stampa locale ne hanno lungamente parlato...anche se, com'è uso e costume di questo paese che a volte mi sembra una costola di Locri (senza offesa per gli onesti lavoratori calabresi, la stramaggioranza), si usa "dire e non dire"...o fare riferimento ai, letteralmente, "soliti noti" che decidono le sorti del territorio limbiatese. Allora io mi sono veramente rotto il cazzo. Se vogliamo combattere il nemico, che non è un partito, un associazione, un istituzione, una comunità ma è un modus operandi che "infetta" le organizzazioni sopra citate, dobbiamo conoscerne le facce! Chi non consente alle persone che non hanno legami economici e di bottega a realizzare qualcosa di veramente innovativo e teso al bene comune? E' vero che chi vuole mettere mano una volta per tutte al PGT viene fatto fuori? Di destra o di sinistra che sia? Chi decide il da farsi? Premesso che di Pellegata non condivido in toto la sua visione, a volte troppo romantica e distante dalla realtà e proprio per questo spesso difficile da concretizzare (restando così con un pugno di mosche in mano perchè ci si piega ad un eccesso di "partecipazione" che allontana dal ruolo primario della politica e cioè decidere e guidare una comunità perchè si è avuta una legittima delega con il voto popolare), mi chiedo tuttavia perchè mai abbia dovuto rassegnare le dimissioni. Questo è un fatto ancor più grave perchè a suo dire non ha avuto alcun sostegno in primis dai suoi nel perseguimento degli obiettivi posti. Non dimentichiamo che Pellegata non ha preso il possesso dell'assessorato con un colpo di Stato ma è stato scelto dai suoi compagni di coalizione, e dubito che le idee dell'ex assessore non fossero note ai colleghi prima della nomina. Il tempo ci dirà, una volta per tutte, a chi dovremo rendere conto, a muso duro, sullo schifo di questo paese. Lo scopriremo solo vivendo (L.Battisti).

mercoledì 6 marzo 2013

Collusione politico-giornalistica

L'ultima campagna elettorale regionale è stata caratterizzata da un atteggiamento incomprensibile all'occhio del cittadino limbiatese. Il Popolo delle Libertà (insieme a personaggi singolari tornati alla casa madre dopo voli pindarici senza timone), sezione Limbiate, nelle persone più in vista e con un curriculum istituzionale di tutto rispetto (quindi gli assessori dell'ultima giunta del centro destra) ha deciso di non appoggiare l'ex Sindaco dal consenso bulgaro, per un anonimo e "forestiero" diverso candidato. Le motivazioni rientrano nel novero dell'assurdo, del patetico, dell'ipocrita come per esempio la migliore: "abbiamo deciso di appoggiare Sala per rinforzare il pluralismo all'interno del partito", parola che in un partito monarchico stride parecchio. I parenti che hanno appoggiato l'ex sindaco paiono irritati dal comportamenti di soggetti che volevano "surclassare" la candidatura di Romeo. Dall'altra parte i giornalisti han pensato bene di parlarne il meno possibile, come se la cosa fosse di secondaria importanza, come se all'interno del partito di centrodestra tutto filasse liscio. La poca chiarezza fa presumere guerre intestine, interessi contrastanti, lotte di potere sul territorio. Ma dal partito non trapela nulla, l'omertà la fa da padrona. I giornali locali non approfondiscono, forse non vogliono.