mercoledì 16 ottobre 2013

La lotta alla crisi parte dal rilancio del centro storico, la Lezione di Reggio Emilia

Il rilancio del centro storico come strategia per un più profondo riscatto del Comune e della comunità, che rafforzi l'ormai perso orgoglio e attaccamento cittadino. Su una cosa destra e sinistra negli anni sono sempre stati d'accordi: dimenticare il centro storico ed il tessuto sociale, urbanistico, culturale. Ho già scritto più volte quanto per me sia importante avere un centro storico degno di questo nome e coerente con una città di quasi 40mila abitanti. Ho ripetuto più volte, anche al nostro dimissionario assessore, quanto fosse importante per me che il Centro Storico di Limbiate venga considerato come vera alternativa ai sempre piu numerosi centri commerciali che hanno svuotato strade e piazze. Per non ripetermi vi illustro l'articolata ricetta del Comune di Reggio Emilia, che nel 2012 ha dovuto fare i conti col declino del centro storico. Un unico marchio e un’agenda di eventi condivisi Presentato il progetto che coinvolge Comune e associazioni «Per uscire dalla crisi del commercio il centro storico è il punto chiave da cui partire». Così il sindaco Graziano Delrio ieri mattina alla presentazione del “Progetto sperimentale di valorizzazione e gestione condivisa del centro storico di Reggio Emilia”. Un progetto che può essere attuato grazie a un finanziamento specifico della Regione di 120mila euro ai quali si aggiungono 80mila euro resi disponibili dal Comune e 40mila dalla Camera di commercio. Un progetto proposto da Comune con Camera di commercio, Confesercenti, Confcommercio e Cna, seguendo il modello sempre più consolidato di rete e di governance delle risorse, delle proposte e degli operatori privati del settore. Un progetto che vede tra le sue azioni prioritarie la costituzione di un calendario unico di eventi; la creazione di un marchio unitario; il recupero di locali sfitti a favorire attività di impresa commerciali e artigianali giovanili; la realizzazione di indagini di mercato; la rilevazione dei flussi pedonali. «Dopo la riqualificazione degli spazi pubblici con la sistemazione delle piazze - ha proseguito il sindaco - abbiamo creato dei magneti commerciali per implementare l’attrattività del centro, dal restyling dell’Isolato San Rocco all’apertura del Coin nel’ex mercato coperto alla galleria che cambierà il volto di palazzi Busetti. E ora si tratta di aggiungere un nuovo pezzo. Nella convinzione che si può uscire dalla crisi solo attraverso un lavoro congiunto e intelligente. Perché se la diagnosi è sbagliata le terapie non potranno funzionare». Il “nuovo pezzo” di cui parla Delrio non è un pezzo qualunque del puzzle. A fare la differenza è il lavoro congiunto che non rappresenta un aspetto puramente tecnico. «Il tavolo unico di coordinamento - è entrata nel merito l’assessore alla Cura della comunità Natalia Maramotti - che oggi andiamo a formalizzare, in realtà ha già iniziato a lavorare dando vita a importanti iniziative, a partire dai mercoledì rosa e tricolore e dagli appuntamenti natalizi che abbiamo presentato alcuni giorni fa, ma ora si tratta di fare un salto di qualità. Che significa occuparsi non solo dell’animazione del centro storico ma anche della fidelizzazione dei cittadini». Perché un reggiano dovrebbe venire in centro? Questa la domanda da cui partire per poi arrivare a una “infrastrutturazione” del centro storico capace di renderlo un polo attrattivo. Parte quindi la sfida per il commercio urbano in centro storico da realizzare puntando su una strategia comune per competere con i poli d’offerta extraurbani, grazie a una regìa unitaria: concetto sottolineato da Ermes Anigoni (Camera di commercio) così come da Alessandro Grande (Confcommercio), Monica Maioli (Confesercenti) e Mauro Panizza (Cna). Sei gli obiettivi strategici illustrati nel dettaglio da Elena Edgarda Davoli, dirigente comunale per le Politiche di sviluppo economico. Primo, creare il Tuc (tavolo unico del commercio) che dovrà da un lato definire un piano d’intervento condiviso per la valorizzazione commerciale del centro e dall’altro creare politiche di promozione del centro storico. Sarà quindi necessario migliorare l’attrattività degli eventi ottimizzando le sinergie e creando un calendario unico di proposte con l’obiettivo di aumentare la visibilità delle iniziative realizzate favorendo nello stesso tempo la frequentazione del centro storico. Dovrà anche essere ideato un marchio unitario per evitare la parcellizzazione della azioni promozionali. Migliorare l’accoglienza e l’attrattività dell’offerta commerciale rappresenta una tappa del progetto alla quale si conta di arrivare recuperando per esempio i locali sfitti per attivare temporary store o locazioni a prezzi calmierati: favorire l’avvio di imprese commerciali giovanili; migliorare la qualità dell’accoglienza dei pubblici esercizi, e qui si parla soprattutto di ristorazione, verso il target di famiglie con bambini. Tornando alla diagnosi che deve essere giusta per fornire terapie adeguate, si tratterà anche di sensibilizzare gli operatori economici con seminari formativi nella convinzione che la conoscenza sia indispensabile per una moderna imprenditoria. Ultima tappa, realizzare un sistema di monitoraggio puntuale che significa effettuare indagini di mercato piuttosto che rilevazioni sui frequentatori del centro. Progetto sperimentale, si diceva. E poi? Poi si tratterà, acquisite le capacità di lavorare in rete e fatta propria una strategia comune, di continuare a camminare, con la stessa logica, sulle proprie gambe.