sabato 21 aprile 2012

che la rivoluzione culturale abbia inizio

Un movimento fluido, che già fin d ora raccolga risorse, uomini e donne, idee, concrete, serie e fattibili nel contesto in cui viviamo, un movimento pacato nei modi, irruento nelle decisioni da prendere, un movimento con valori fondanti chiari, non trattabili o adattabili, di questo ha bisogno il nostro comune. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, Limbiate è un comune senza anima, senza un tessuto sociale forte. Responsabilità? Di tutti noi, di chi opera nel paese, di chi ci ha lasciato in eredità il deserto, dei professionisti della politica che hanno amministrato il paese negli ultimi 50 anni e che hanno preso decisioni causando danni su danni. Questi professionisti sono ancora là, e tanti sono caduti nell'ingenuo errore di abbracciare la novità politica apparente come la rivoluzione arancione. Così non è. Ci vuole ora serietà, amore, passione e un po di pazzia perché occorre ragionare come mai sì è fatto prima. Occorre ripensare ex novo il nostro paese, anche con scelte impensabili fino a ieri, anche distruggendo, fisicamente e astrattamente, l esistente. Un bando di giovani architetti per dare un anima al paese, per recuperare i danni causati dallo schifo di piazza Repubblica, e per far fuori una volta per tutte il cancro del paese rappresentato da quegli anziani che ancora stringono mani, siedono negli uffici comunali e fanno sentire la propria voce. O si fa Limbiate o si muore.

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