mercoledì 15 settembre 2010

l'elettore berlusconiano oggi

Ho la possibilità di descrivere l'elettore di lunga data di Silvio Berlusconi avendo diversi cari ancora (oserei dire "nonostante tutto") sostenitori del Premier.
Innanzitutto un breve identikit: il soggetto di cui parlo ha un'età avanzata (pensionato ultrasettantenne), in passato ha sostenuto sempre grandi leader, al di là del partito e delle istanze avanzate: partiamo dal Duce, per poi passare a Bettino Craxi (scusate il doppio salto mortale ma è giusto per dare l'idea).
Da questo elemento si potrà facilmente intuire che questo elettore, dalla istruzione elementare, subisce il fascino del leader carismatico, non approfondisce le tematiche non soltanto per "pigrizia" ma anche, e soprattutto, perchè non vuole mettere in dubbio le proprie convinzioni che gli consentono di vivere una vita di maggiori sicurezze, come dire, psicologiche. Una costante di questo tipo di elettore è considerare "inventato" tutto ciò che possa incrinare tali convinzioni (sai che balle rivedere tutte le proprie certezze mentali?!!) o al massimo trovare nell'avversario politico (a torto o a ragione) lo stesso comportamento di cui è accusato il Premier.
Questo elettore è affascinato dai grandi successi raccolti, o magari soltanto ben raccontati, dal leader; tende a perdonargli, come si fa ad un figlio o un nipote o un parente stretto, qualche marachella (magari per una scappatella ci ride su o al limite si indigna per poi dimenticarsene il giorno dopo, invece con un politico di schieramento opposto tende a indignarsi punto e basta), si è instaurato dunque un rapporto quasi sanguigno con tale leader, tant'è che non è l'operato politico che viene giudicato, ormai quello va in secondo piano.
Ma chi contribuisce a presentare questo scenario paradisiaco? Una buona propaganda, più o meno subdola. Per meno subdola indichiamo i notiziari meno ipocriti, magari dichiaratamente di parte (penso a Emilo Fede), ma che nonostante tale "confessione pubblica" non induce l'elettore berlusconiano-fediano a prendere con le molle le notizie comunicate da tale tiggì: resta comunque un Telegiornale che ha tutte le credenziali per sostituire qualunque altro notiziario (come dire, se stasera vedo il tg4 ritengo di avere ottenuto una quantità di informazioni utili, tali da non dover necessariamente vedere un altro tiggì o leggere un giornale).
Perchè il legame è così stretto e duraturo, perchè non si incrina col tempo, perchè non deteriora? Perchè il Cavaliere ha dalla sua parte un valore aggiunto che nulla ha a che vedere col tempo che scorre: non è un politico di professione. Questa è una dote altissima per l'elettore berlusconiano, perchè, anche grazie al Premier, è stata dipinta un'immagine del professionista politico estremamente negativa: parassita, improduttivo, per certi aspetti analoga alla visione che si ha del dipendente pubblico.
Soltanto da una personalità forte, insieme all'apporto di grandi mezzi di comunicazione, può nascere qualcosa che possiamo chiamare "cultura". Perchè il termine è per così dire neutro, cultura non ha un'accezione positiva  a sè stante.
Ed ecco che parliamo di berlusconismo, in questo caso ricondotto alla cultura dominante dell'elettorato berlusconiano, che ha conseguentemente aperto le porte al radicamento della cultura di governo berlusconiana imbevuta di messaggi forti, contraddizioni, propaganda e "tanto rumore per nulla".
Siamo certi che con la fine di Berlusconi potremo parlare di fine della cultura nazional-berlusconiana?

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